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Planning o overplanning?

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Leonardo De Rubeis - planning o overplanning

Come pianificare senza bloccare il cambiamento: struttura sì, rigidità no

C’è un momento in ogni progetto, ogni sprint, ogni riunione strategica, in cui qualcuno dice: “Dobbiamo pianificare meglio”.

E poi, spesso, si parte in quarta: Gantt, milestone, roadmap, deliverable, retroplanning, risorse, dipendenze, margini di rischio. Tutto giusto fino a quando il piano non diventa così dettagliato, così preciso, da trasformarsi in un ostacolo.


Quando il piano diventa una gabbia

Negli anni, ho imparato che non è sufficiente costruire un buon piano, la vera sfida è non restarne prigionieri!

Spesso si pensa che pianificare tutto nei minimi dettagli è segno di competenza e controllo. Più il piano è dettagliato, più sembra solido.
Poi, con l’esperienza, si inizia però a notare un pattern ricorrente: più un piano è rigido, più diventa fragile.

Succede spesso. Si parte con una visione chiara, tradotta in una roadmap perfetta. Ma poi qualcosa cambia: un nuovo stakeholder, un vincolo inaspettato, un’opportunità da cogliere al volo. E in quei momenti, se il piano è troppo stretto, non guida — blocca.

Col tempo ho capito che un buon piano non è quello che resiste al cambiamento ma è quello che lo accoglie, lo interpreta, e sa trasformarsi insieme al contesto.


La trappola del controllo totale

Tutti hanno un piano, finché non prendono un pugno in faccia.
— Mike Tyson

Spesso dietro l’overplanning si nasconde una paura: la paura dell’imprevisto.

Pianificare ci fa sentire al sicuro. Ci dà l’illusione che ogni cosa sia sotto controllo. Ma l’illusione è, appunto, tale: nessun piano regge al 100% all’urto della realtà.

E allora la vera competenza non è pianificare tutto nei minimi dettagli.
È imparare a cambiare in corsa, con una bussola chiara e una struttura solida… ma mai rigida.


Struttura ≠ rigidità

L’alternativa non è il caos.
Non è “niente planning”.
È una struttura leggera, chiara, condivisa, che lasci spazio alla revisione.

Un buon piano:

Questo vale per le roadmap di prodotto, per le strategie aziendali, per le nostre agende personali.


Pianificare bene: concretezza senza rigidità

Con il tempo ho trovato utile adottare alcuni strumenti e approcci che permettono di pianificare con chiarezza, ma senza perdere flessibilità. Ne elenco alcuni che, nella mia esperienza, fanno la differenza:

Pianificare bene non significa prevedere tutto, significa creare uno spazio chiaro in cui le persone possano agire, reagire e crescere.


Qualche dettaglio in più, dalla pratica

Nel tempo, ho capito che ogni punto della lista qui sopra acquista valore solo se è accompagnato da alcune domande chiave.
Ecco come li interpreto nel lavoro di tutti i giorni:

📌 Queste domande non hanno sempre una risposta netta. Ma tenerle vive nel processo, per me, fa la differenza tra un piano di carta e un sistema che respira.


Pianificare è solo l’inizio

Misurare non serve a nulla, se non sappiamo perché lo facciamo, e pianificare non basta, se non costruiamo attorno al piano un sistema che sappia ascoltarsi, misurarsi e migliorare.

I KPI, le metriche, i numeri… sono strumenti potenti, ma solo se li usiamo per imparare, non per giudicare.
Solo se diventano conversazioni, non verdetti.

Mi chiedo spesso, quando scelgo un indicatore:

“Questo dato ci aiuterà a crescere? Oppure servirà solo a difendere una posizione in riunione?”

Un buon piano è importante, ma non è mai abbastanza, serve un mindset capace di mettere in discussione ciò che pensavamo ieri, e strumenti leggeri ma intelligenti per capire se ci stiamo muovendo nella direzione giusta.

E soprattutto, serve un team con consapevolezza, responsabilità diffusa, capacità di leggere la realtà e orientarsi al valore.
Una cultura che non si irrigidisce davanti al cambiamento, ma che lo considera parte del gioco, dove l’adattamento non è una debolezza, ma una competenza chiave.

In fondo, pianificare è solo l’inizio!
Il vero lavoro comincia quando il contesto cambia, le cose si complicano, e il team — invece di irrigidirsi — respira, si adatta e continua a creare valore.


🔁 E tu, nel tuo team, stai usando il piano per avanzare… o per proteggerti dal cambiamento?

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