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Le cose che oggi non ti piacciono, domani ti salveranno

Ti è mai capitato di guardare al tuo percorso professionale e realizzare che ciò che oggi fai con naturalezza, un tempo ti sembrava impossibile? Io lo vedo ogni giorno, in me e nei professionisti che affianco.

Quelle presentazioni che temevi, quei conflitti che evitavi, quei processi che ti annoiavano – proprio quelle esperienze “scomode” hanno forgiato la persona che sei diventato.

Le attività più scomode sono spesso le più formative.


Non si cresce quando si è comodi

La scorsa settimana un cliente mi ha detto: “Leonardo, ricordo quando detestavo parlare in pubblico. Ora guido workshop per 50 persone e mi chiedo come fosse possibile averne così paura.”

È una storia che sento spesso. Non cresciamo quando tutto è facile. Cresciamo quando siamo messi alla prova, quando qualcosa ci costringe a uscire dalla nostra zona di comfort.

Quel collega difficile che ti fa perdere la pazienza? Ti sta insegnando la diplomazia.

Quel progetto caotico che sembra impossibile da gestire? Ti sta costringendo a diventare più organizzato.

Quel feedback severo che hai ricevuto? Ti sta mostrando dove puoi realmente migliorare.


Il disagio è un segnale, non un ostacolo

Nel mio percorso ho imparato a riconoscere una trappola in cui cadono molti: scambiare il fastidio per inutilità.

“Mi annoia, quindi non serve.” “È pesante, quindi non è per me.”

In realtà, spesso è proprio il contrario. Se qualcosa ti risulta particolarmente scomodo, potrebbe essere esattamente ciò che ti manca per completarti professionalmente.

Ecco cosa succede quando eviti le attività scomode:

Ho visto sviluppatori tecnici brillanti che detestavano le riunioni con i clienti diventare i migliori consulenti strategici. Perché? Hanno accettato l’incomodo di affrontare ciò che non gli piaceva.


La formazione invisibile che non compare nel CV

Alcuni dei miei momenti di maggiore crescita professionale non sono arrivati da corsi o certificazioni, ma dall’aver affrontato situazioni che avrei volentieri evitato.

Ecco cosa mi hanno insegnato le esperienze “scomode”:

Queste “competenze scomode” raramente le mettiamo nel curriculum, eppure sono spesso quelle che fanno la differenza reale nella nostra carriera.


Come trasformare il “non mi piace” in crescita

Quando ti ritrovi davanti a un’attività che vorresti evitare, prova questo approccio che condivido spesso con i miei team:

Recentemente, durante una corsa (altra attività che inizialmente non amavo come oggi), ho realizzato quanto questo principio sia universale: i chilometri che fai quando non ne hai voglia sono quelli che contano davvero.


Trova la tua giusta dose di “scomodo”

Non sto suggerendo di cercare deliberatamente situazioni terribili. C’è una differenza tra disagio produttivo e stress dannoso.

La mia esperienza mi ha insegnato che la crescita ottimale avviene quando affronti sfide che ti mettono alla prova senza sopraffarti. Come quando corri: se è troppo facile non migliori, se è impossibile ti fermi.

Cerca quella sensazione di “posso farcela, anche se è difficile” – lì sta la tua zona di crescita.


Il futuro ringrazierà

Guardo indietro ai momenti più formativi della mia carriera, e raramente erano piacevoli mentre li vivevo. Erano scomodi, impegnativi, a volte frustranti.

Ma oggi, quelle esperienze sono la mia forza. La resilienza che ho costruito, la versatilità che ho sviluppato, la pazienza che ho imparato – tutto viene da ciò che, sul momento, sembrava solo un ostacolo.

La prossima volta che ti trovi davanti a qualcosa che istintivamente vorresti evitare, prova a chiederti: “È solo una scocciatura o è una crescita mascherata?”

Scommetto che, guardando al tuo percorso, puoi già identificare momenti in cui ciò che non ti piaceva è diventato ciò che oggi ti distingue.

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